Smeraldi: storia, origine e curiosità sulla pietra verde

Smeraldi: storia, origine e curiosità sulla pietra verde

Gli smeraldi rappresentano la pietra verde per eccellenza e i più noti e diffusi sono senza dubbio gli smeraldi colombiani.
Queste gemme preziose hanno attraversato secoli di storia, caratterizzati da leggende, miti e significati affascinanti.

“Nonostante gli occhiali verdi, i cinque rimasero ugualmente abbagliati dallo splendore della Città di Smeraldo. Case e palazzi erano di marmo verde incrostato di smeraldi. Di marmo verde erano i marciapiedi e tra un lastrone e l’altro spuntavano altri smeraldi. Le finestre avevano vetri verdi e perfino il cielo e i raggi del sole erano dello stesso colore.”

Questo è ciò che vedono i protagonisti del noto romanzo per bambini “Il Meraviglioso Mago di Oz”, scritto da Frank L. Baum, che narra le avventure di Dorothy, una ragazzina del Kansas, in compagnia di uno spaventapasseri in cerca del cervello, un uomo di latta senza un cuore e un leone fifone. Durante il loro viaggio ad Oz i protagonisti giungono alle porte della Città di Smeraldo e, grazie al potere delle scarpette rosse, i cancelli vengono aperti. Il guardiano di Oz consegna loro degli occhiali con lenti verdi, in grado di rivelare lo splendore di quel luogo ricco di smeraldi brillanti, dove anche i raggi del sole ne sono tempestati.

Chiunque, bambino o adulto che sia, legga questa descrizione della Città di Smeraldo, non può fare a meno di fantasticare e rimanere stregato da un mondo fatto di rare, brillanti e ammalianti pietre preziose. Lo smeraldo è la pietra verde per eccellenza, non a caso il suo nome deriva dal greco smaragdos, che significa “pietra verde”. Il colore dello smeraldo, così brillante ed intenso, è probabilmente la caratteristica principale che rende questa gemma una delle più desiderate al mondo.

In antichità le principali miniere di smeraldi si trovavano in Egitto. Le miniere di Cleopatra (una regina che sicuramente amò gli smeraldi e il loro fascino) erano ricche di esemplari di grande bellezza e ne produssero ingenti quantità sino al regno del sultano AlKalem.

Attualmente, come ben sappiamo, le principali fonti di smeraldi si trovano in Colombia, ma nell’antichità lo smeraldo colombiano non era ancora di pubblico dominio e quelli più comuni erano chiamati orientali. La gemma si diffuse in Oriente soprattutto grazie al commercio delle tribù a nord-est del Don. Le tribù selvagge del Don vendevano smeraldi alle popolazione della Scizia, ma era un mistero scoprire come riuscissero a procurarseli. Queste tribù, enigmatiche e superstiziose, sostenevano che le gemme nascessero in profonde grotte sorvegliate da feroci mostri magici e solamente la protezione degli spiriti dei morti permetteva ai più coraggiosi di impadronirsene.

Le popolazioni delle montagne non furono le sole a diffondere miti e leggende su questa pietra preziosa. Come detto in precedenza, il Sud America presentava, e presenta attualmente, numerosi giacimenti di smeraldi e, secondo la leggenda, le tribù del Perù veneravano un esemplare di smeraldo di enormi dimensioni, a cui diedero il nome di Dea-smeralda o Dea della castità. Questa divinità veniva onorata con smeraldi bellissimi, spesso gettati nei laghi per dar più valore al tributo. Non a caso, le acque di alcuni laghi, come il Titicaca e il Guatavita, si riempirono di gemme preziose e in seguito divennero oggetto di grande interesse in quanto si pensasse celassero rari tesori sommersi.

La dea- smeralda dei nativi aveva il potere di proteggere dalle sventure e preservare la fedeltà e la castità delle fanciulle. Non c’è da sorprendersi se questa credenza si propagò nei secoli, sino ai giorni nostri. Ben prima del Medioevo si credeva infatti che lo smeraldo fosse in grado di rivelare i tradimenti e pertanto i più sospettosi preferivano donare alle loro spose gioielli di smeraldo per munirsi di un campanello d’allarme. Tale proprietà dipendeva dalla purezza della gemma che, in qualche modo, “disprezzava” e si ribellava a gesti impuri. In effetti, gli antichi sconsigliavano di indossare gioielli di smeraldo durante momenti di intimità, poiché questi si sarebbero inevitabilmente frantumati; a prova di questa credenza si potrebbe citare l’anello di smeraldo del re d’Ungheria, che si spezzò in tre parti durante la prima notte di nozze con la Regina.

Il forte legame tra la gemma e la concezione di fedeltà è giunto fino a noi. Attualmente la pietra sembra aver “perduto” il potere di rivelare gli inganni in amore, probabilmente ha deciso di non occuparsi di faccende che non la riguardano, ma rimane simbolo essenziale e significativo di fedeltà e lealtà, proprietà talmente consone alla sua purezza e magnificenza.

Ma questi non sono gli unici poteri che vennero associati alla gemma nell’antichità. I romani ritenevano infatti che fosse particolarmente benefica per la vista. Lo scrittore Plinio affermò che la pietra dava sollievo agli occhi e ritardava eventuali disturbi; inoltre lo stesso imperatore Nerone soleva guardare i ludi circensi attraverso un smeraldo concavo, e possiamo solo immaginare cosa avrebbe fatto questo controverso imperatore per mettere le mani sugli occhiali verdi del Mago di Oz.

Non conosciamo la provenienza dello smeraldo “da vista” di Nerone, ne tanto meno di quelli della Città di Smeraldo (anche se, in tal caso, potremmo provare a immaginarcelo), ma possiamo affermare che le più note miniere di smeraldi si trovano in Sud America e sono le miniere di Muzo, Coscuez e Chivor.

Viene spesso sostenuto che queste miniere furono scoperte nel Sedicesimo secolo dai conquistadores spagnoli, ma forse sarebbe più corretto dire che vennero sottratte ai nativi che, come già raccontato, conoscevano e veneravano gli smeraldi. Le gemme che si estraggono dai giacimenti di Muzo e di Coscuez sono ritenute le più pregiate per l’intensità e la saturazione del colore. A nord est di Bogotà si trovano invece le miniere di Chivor che producono smeraldi dai cristalli meno fratturati ma generalmente dalle tonalità di verde più chiare. Le tinte secondarie che caratterizzano gli smeraldi Colombiani sono indicative della zona di provenienza. Le colorazioni secondarie blu o gialle dovrebbero caratterizzare rispettivamente gli smeraldi di Chivor o Muzo, ma nel riconoscerli ci si potrebbe sbagliare in quanto anche tra le gemme di Muzo e Coscuez, che si trovano a breve distanza, si notano delle differenze di colore apprezzabili. In questi casi la preferenza del materiale di una miniera rispetto ad una altra è puramente soggettivo e dipende anche dalla qualità dei cristalli estratti. Di fatto, la colorazione dello smeraldo deriva dalla maggior o minor percentuale di elementi cromofori che entrano nel reticolo cristallino del berillo, e sono il cromo, il ferro e il vanadio. Inoltre, secondo alcuni osservatori, gli smeraldi con tinte secondarie tendenti al blu racchiudono in sé maggior profondità e calore, come se fossero in grado di intrappolare il fuoco.

Non c’è da sorprendersi se una gemma tanto rara e preziosa sia stata in grado di affascinare ed ammaliare gli antichi, proprio come affascina tutti noi. Inoltre lo smeraldo non è mai stato solo e unicamente una bella pietra ornamentale, ma ha rappresentato virtù eccezionali e acquisito poteri di grande valore: è stata una gemma curativa, una divinità venerata e amata, ha rappresentato lealtà e onesta fino a divenire talismano di fedeltà. Ogni smeraldo che proponiamo in catalogo ai nostri clienti non vanta solo brillantezza e purezza, ma riflette anche le tracce del mistero, della magia e della sacralità che hanno caratterizzato questa gemma nei secoli. È perciò innegabile che ognuno di noi desidererebbe godere dello splendore della pietra verde, magari affrontando i mostri delle antiche grotte del Don, o forse tornando con Dorothy nella Città di Smeraldo, in cerca di cuori, cervelli, coraggio e streghe cattive; dopotutto, basta solo procurarsi un paio di scarpette rosse

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