L’alessandrite: proprietà e origine della gemma più rara al mondo

L’alessandrite vanta il primato di essere la pietra preziosa più rara al mondo, inoltre la sua rarità è accentuata dalla capacità della gemma di cambiare colore in base alla luce. Attualmente, i giacimenti di alessandrite non sono ingenti e le antiche miniere degli Urali sono esaurite. Tuttavia, l’alessandrite mantiene uno stretto legame con la Russia per via delle sue origini.
Possiamo affermare che, per quanto tutte le specie gemmologiche siano di grande valore e bellezza, ogni gemma si contraddistingue per delle qualità o particolarità uniche e peculiari. Il diamante, ad esempio, è senza dubbio la pietra preziosa più famosa al mondo, per via del suo valore e della sua tradizione; la tanzanite (che Luxedo utilizza per confezionare anelli) invece deve la sua notorietà alle circostanze in cui venne scoperta e a Tiffany & Co, mentre lo smeraldo è di certo ambito per il mistero ed il fascino che racchiude. Ma c’è una gemma che vanta il primato di essere la più rara al mondo: stiamo parlando dell’alessandrite.
Se escludiamo i diamanti colorati, l’alessandrite è sicuramente la più rara delle gemme, non solo perché, attualmente, risulta difficile trovarne in grandi quantità nelle miniere da cui viene estratta, ma anche per la sua capacità di cambiare colore. L’alessandrite infatti è una varietà di crisoberillo che cambia colore quando esposta a differenti fonti di luce. Negli esemplari più rari il colore della gemma varia dal verde alla luce del giorno al rosso porpora alla luce incandescente. Pertanto, i crisoberilli che non cambiano colore in base alla luce non sono alessandriti e non potranno mai ambire al primato di gemma preziosa più rara al mondo.
La proprietà “changing colour” è di certo un’eccezionalità nel mondo della gemmologia e in parte anche in gioielleria. Pur se sia difficile impiegare alessandriti per creare gioielli, data la loro rarità, le realizzazioni di anelli o pendenti con alessandriti sono notevolmente apprezzate proprio per via del cambio di colore. Infatti, chi possiede un gioiello con alessandrite ha in realtà la possibilità di sfoggiare due differenti colorazioni della gemma, in base alla luce a cui si espone, vantando look camaleontici per ogni occasione.
Ma c’è di più. A quanto pare l’alessandrite è una gemma molto ambiziosa, poiché non si accontenta solamente della proprietà “chainging colour” ma, in alcune circostanze, può presentare anche il gioco di luce ed effetto ottico tipicamente detto “occhio di gatto”. L’effetto consiste in una linea luminosa bianco argentea che, se evidenziata da un taglio cabochon, ricorda la pupilla di un gatto.
Considerando queste proprietà uniche e rare, la pietra si dimostra assolutamente all’altezza della sua fama, inoltre anche l’origine dell’alessandrite è di estrema importanza, poiché la collega inevitabilmente ad una nazione in particolare: la Russia. La gemma deve il suo nome allo Zar Alessandro II perché i primissimi cristalli di alessandrite furono scoperti nel giorno del suo compleanno nel 1830, nelle miniere di smeraldo degli Urali meridionali. Per di più, l’alessandrite, grazie al cambiamento di tinta, presenta i due colori (rosso e verde) che, al tempo in cui venne scoperta, erano i principali colori della bandiera nazionale russa , pertanto l’alessandrite divenne inevitabilmente la pietra nazionale della Russia zarista.
Tuttavia, il legame tra l’alessandrite e la nazione russa è stato in parte scisso poiché i giacimenti negli Urali sono ormai esauriti. A quanto pare gli invidiosi smeraldi hanno cacciato l’alessandrite dalle loro miniere e la gemma può essere estratta prevalentemente in Brasile, Tanzania e Madagascar. Tuttavia l’origine del suo nome rimane intatta e l’alessandrite rivela inevitabilmente le tracce del suo grande passato, destinata e rimanere per sempre la zarina di tutte le Russie