I nomi commerciali delle gemme

Alcune gemme vengono vendute e presentate agli acquirenti con nomi commerciali ideati per attrarre maggior interesse. Il nome commerciale si basa sulla curiosità, l’attrattiva e la fama di alcune gemme più amate e desiderate, tuttavia si affianca al nome scientifico che permette di riconoscere la vera natura della pietra preziosa.
É risaputo che i principali prodotti più noti e venduti al mondo fanno affidamento su un reparto commerciale e di marketing di altissimo livello che, ai giorni nostri più che mai, sembra poter fare la differenza. Potremmo chiederci se una delle più rinomate e apprezzate bibite in commercio, la Coca Cola, avrebbe attratto così tanto successo se, invece di darle un nome particolarmente evocativo e curioso, i suoi inventori l’avrebbero battezzata senza dar troppo peso alle denominazioni. La risposta sarebbe negativa, in quanto il modo in cui un prodotto viene presentato a potenziali acquirenti, vale a dire il nome con cui viene chiamato, è essenziale.
Anche il mondo della gemmologia sembra aver colto questo importante insegnamento, in modo così incisivo che già in passato sono stati dati nomi ben più curiosi e attrattivi, seppur spesso fuorvianti, alle pietre preziose meno note o meno in voga.
Per questa ragione, potrebbe capitarci spesso di imbatterci in gemme preziose che, accanto alla loro bellezza, presentano denominazioni curiose e affascinanti. I più impressionabili, ad esempio, non potrebbero fare a meno di essere attratti da una Rosa di Francia. All’udire il nome della gemma viene naturale fantasticare su dame e castelli, balli in maschera e abiti lussuosi; tutto ciò favorirebbe in modo semplice e a volte inconscio l’apprezzamento verso la gemma Rosa di Francia che, nonostante la sua indubbia bellezza, altro non è che un semplice quarzo rosa. Il quarzo è una pietra preziosa brillante e bella, ma la sua amplia diffusione la rende abbastanza comune e a volte poco apprezzata. Pertanto, l’ attrattiva della Rosa di Francia non risiede solamente nella bellezza della gemma in sé, ma anche nel potere evocativo di un nome di pura invenzione.
Altre denominazioni particolari vengono utilizzate per mascherare il quarzo, quali ad esempio goccia d’acqua o quarzo idrotermale. Nonostante la bellezza naturale di questa gemma non richiederebbe alcun trucco, a volte la scelta di un nome attrattivo può essere l’escamotage giusto per celare una piccola pecca: il quarzo idrotermale infatti indica un quarzo sintetico, molto diffuso e di scarso valore.
Il nome può quindi essere utile a promuovere una pietra spesso sottovalutata, ma anche a nascondere qualche piccola mancanza. In altre circostanze invece alcune pietre preziose di minor valore o generalmente meno amate prendono in prestito il nome di altre gemme più note, e con esso anche la loro fama. É il caso del Rubino balascio, che sembrerebbe essere un raro rubino proveniente da località esotiche e misteriose, pur se così non è. La denominazione attraente, che richiama una delle pietre più desiderate e note al mondo, serve a “pubblicizzare” e accentuare l’attrattiva dello Spinello, spesso confuso col rubino per la loro somiglianza, ma di minor valore e con caratteristiche ovviamente distinte.
Le denominazioni commerciali date ad alcune gemme possono fungere da specchietti per le allodole per chi è in cerca di una pietra molto preziosa e soprattutto rinomata. Molte di queste gemme non necessiterebbero in realtà di essere nascoste dietro all’originalità e l’attrattiva del nome, poiché vantano spesso caratteristiche proprie di ottimo pregio, inoltre c’è il rischio di essere tratti in inganno nel valutare la gemma e di imbattersi in qualche piccola sorpresa inaspettata; tuttavia è comunque possibile informarsi sulla terminologia specifica corretta e riuscire a risalire facilmente alla vera identità della nostra gemma dal nome raro.
La prassi di commercializzare le gemme dando loro nomi preziosi è abbastanza comune e spesso i nomi commerciali si affiancano a quelli scientifici in modo molto naturale e senza inganno, sta comunque a noi valutare le caratteristiche della gemma secondo i nostri gusti e ricordare che, come scrisse Shakespeare: “Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo”