I gioielli delle regine: tesori della corona

I gioielli delle regine: tesori della corona

Le regine del passato e del presente hanno sempre posseduto bellissimi gioielli e pietre preziose. I gioielli delle regine, dalle corone agli anelli di fidanzamento, affascinano e ammaliano per la loro bellezza e il loro enorme valore.

C’erano una volta, e ci sono ancora, regine dagli abiti sfarzosi che vivevano in castelli giganteschi e maestosi. Le regine trascorrevano le loro giornate tra cerimoniali, cacce alla volpe e banchetti fastosi. Spesso si ritrovavano a dover guidare un regno in pericolo, a prendere decisioni su guerre imminenti, nonché ad affrontare esili e sorti ben peggiori. In altri casi più fortunati, le regine venivano onorate, lodate e amate per ciò che rappresentavano. Regine buone, regine belle, principesse tristi, regine crudeli e spodestate, non ha importanza quale fosse il loro destino, ma è certo che esso prevedeva, sempre e comunque, lo splendore e la sontuosità conferita da gioielli regali, magnifici, costosissimi e destinati a passare alla storia.

I gioielli della corona consistono in una collezione di gioielli di vario genere, con pietre preziose tra le quali prevalgono sicuramente i diamanti (e chi sennò), ma ricchi anche di gemme quali rubini, zaffiri, smeraldi, perle e molte altre. Non possiamo negare che, al di là del gusto personale, questi gioielli siano inevitabilmente prodigiosi, desiderabili ed affascinanti. Per di più, oltre alla loro bellezza, risulta importante il valore storico e di status symbol che possiedono, in quanto protagonisti della storia, nel bene e nel male.
Per quanto il bene e la gloria siano auspicabili, gli storici insegnano che non è stato sempre così. Alcune casate reali hanno attraversato rivoluzioni e guerre, soccombendo al grido della ribellione e portandosi i propri gioielli con sé. É il caso dei “gioielli insanguinati” dei Romanov, chiamati in tal modo per ragioni più o meno letterali. In seguito alla rivoluzione di febbraio, gli zar di Russia lasciarono il palazzo reale, ma la zarina Alessandra e le sue figlie decisero che, mai e poi mai, avrebbero abbandonato i loro gioielli e, pertanto, se li cucirono ai corsetti. Si trattava di una collezione di gioielli di grande valore, appartenenti alla dinastia da molto tempo, e tra essi spicca il diadema di diamanti e rubini donato a Maria Alexandrovna in occasione del suo matrimonio nel 1874. Tuttavia i gioielli non riuscirono a salvare i loro possessori che, come ben sappiamo, vennero arrestati e giustiziati, senza però avere il tempo di togliersi i gioielli cuciti ai bustini. Questi ultimi riuscirono a respingere i proiettili del plotone fino a che la zarina e le principesse vennero uccise dalle baionette, ricoprendo i loro tesori preziosi con il sangue della dinastia. I gioielli rimasti intatti furono completamente distrutti dai rivoluzionari, che li consideravano simboli di un regno corrotto e sanguinario.

La sorte dei gioielli dei Romanov rispecchia esattamente la teoria di alcuni storici: se un re esiliato viene giustiziato o perde la corona, perderà al contempo tutti i suoi gioielli; se, invece, il suddetto re riacquista il diritto al trono, allora la regina indosserà nuovamente i suoi tesori. Stessa sorte è toccata in effetti alla celeberrima sovrana francese Maria Antonietta, ghigliottinata in seguito alla rivoluzione. Appena giunta a Versailles, la futura regina ricevette in dono una collezione di gioielli del valore di 1.600.000 livres (cifra assai elevata) che comprendeva orecchini, collane, diademi ornati con le gemme preferite dalla principessa: i diamanti. Questi gioielli vennero rubati o distrutti dopo il crollo della monachina, ma alcuni di essi sono giunti sino a noi, come il noto scrigno-anello con diamanti che contiene alcuni capelli della regina stessa. Dato l’amore di Maria Antonietta per il lusso e lo sfarzo, possiamo solo immaginare lo splendore di questi tesori preziosi, gioielli regali che farebbero…perdere la testa.

La preferenza per i diamanti che molte regine hanno dimostrato è innegabile e, dopotutto, come biasimarle; tuttavia sembra che ci sia una famiglia reale con una spiccata predilezione per un’altra gemma davvero bellissima: lo zaffiro. Vi sono casate potenti sopravvissute alle turbolenze della storia e la monarchia più nota e stabile attualmente è senza dubbio quella inglese. Elisabetta II, sovrana del Regno Unito, è la prova evidente che regine e castelli incantevoli esistono ancora, come esistono i gioielli della corona. I gioielli del Re rappresentano un’ampia e ricchissima collezione di tesori appartenenti alla corona inglese dall’alba dei tempi; molti di essi sono ormai cimeli storici esposti nei musei, ma la regina Elisabetta si concede ancora il lusso di indossarne alcuni e sembra preferire quelli con gli zaffiri.

Nel 1947 re Giorgio VI donò alla figlia, la principessa Elisabetta, attuale regina, una suite con zaffiri oblunghi circondati da diamanti. Il colore delle gemme riprende quello dell’abito cerimoniale dell’Ordine delle Giarrettiera, il più antico ordine cavalleresco del Regno Unito, e per questo la regina indossa ancora la collana in distinte occasioni e cerimonie. Inoltre, l’affetto di Elisabetta per gli zaffiri è stato trasmesso alle generazioni successive: è impossibile dimenticare il clamore suscitato dall’anello con zaffiro e diamanti che il principe Carlo donò a Lady Diana in occasione del loro fidanzamento, un anello del valore di 35 mila euro che, oggi, è al dito di Kate Middelton. L’anello di Diana è stato donato dal principe William alla sua consorte in nome del valore affettivo che questo bellissimo esemplare ha per lui, trasformandolo in un gioiello iconico che ha saputo commuovere l’intero popolo britannico.

Da quando si è affermata l’importanza dell’anello di fidanzamento, questo gioiello è divenuto simbolo importante per ogni donna, ma anche per ogni principessa. C’è chi dice che regine si nasce ma, in certi casi fortuiti ed eccezionali, regine si diventa. A tal proposito, è impossibile non citare l’ormai famosa e affascinante favola di Grace Kelly. L’attrice conobbe il principe Ranieri III di Monaco durante un set fotografico e la storia diventò leggenda. Il principe donò all’attrice, futura Grace Grimaldi di Monaco, una anello di fidanzamento unico e speciale, con un diamante taglio smeraldo di 10,47 carati, con montatura in platino e due diamanti laterali taglio a baguette. L’originalità della creazione venne apprezzata in tutto il mondo, ma soprattutto dalla neo principessa che non volle mai separarsi dall’anello, neppure durante la sua ultima apparizione sul grande schermo nel film “Alta Società”. Un mito unico, in cui è il gioiello a creare la regina e donarle un aurea di splendore e magia tipica delle favole, seppure, a volte, senza lieto fine.

I gioielli delle regine sono da sempre oggetto di attenzione ed ammirazione per la bellezza, lo splendore e l’unicità che li caratterizzano. Capaci di ricoprire un ruolo e uno status symbol di grande valore e fascino, vengono spesso visti come gli oggetti magici delle leggende che trasformano piccole fiammiferaie (o attrici hollywoodiane) in principesse o semplici corsetti in scudi magici, e per questo a volte sono stati distrutti, rubati, rinchiusi e dimenticati, eppure alcuni sopravvivono, indossati dalle vere protagoniste, nelle teche dei musei, nei libri di storia, nei tesori di misteriosi collezionisti, o nell’immaginario fantastico che li riguarda, proprio lì dove è giusto che stiano: nelle favole.

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